Percorso del Paesaggio
Percorso del Paesaggio
8 tappe per godere di una delle più ariose visuali panoramiche dell’Italia centrale.
La Città presenta una delle più ariose visuali dell’Italia centrale: a Sud, il Monte Cimino; a Sud-Est, il Monte Peglia e i Monti Sibillini; a Est, il Montarale, la Valle del Nestore e il Monte Subasio; a Nord, i colli che coronano il Trasimeno e oltre la Valdichiana, il massiccio del Protomagno; a Ovest, il Monte Amiata e più vicino, il Monte Cetona.
Belvedere della Rocca
La vista si allarga ad est fino al Montarale (mt. 853). In lontananza si vede Perugia che sovrasta la Valle del Nestore.
Ci troviamo sulla Torre del Frontone (ora in gran parte mozzata) detta anche del Soccorso, in quanto tramite un’apertura, (oggi tamponata), ma un tempo munita di ponte levatoio, le truppe perugine avevano massima libertà di accesso e di uscita.
Da qui si avvista Perugia permettendo alla guarnigione, attraverso fuochi di segnalazione, la richiesta di rinforzi in caso di difficoltà.
Belvedere da via Garibaldi
Cannocchiale visivo verso i colli dell’orvietano e sulla parte meridionale della Chiana Romana, con in fondo i Monti Volsini che circondano il Lago di Bolsena sopra i quali si erge il massiccio vulcanico del Monte Cimino (mt. 1053).
Sulla sinistra in alto si avvista Ficulle e sopra il Valico del Nibbio (mt. 554), sulla destra Fabro.
Belvedere dalla chiesa di San Pietro
La chiesa si affaccia su un ampio belvedere che domina la Chiana Romana e il Monte Cetona.
A sud l’antico vulcano del Monte Cimino e i Monti Volsini che circondano il Lago di Bolsena; a nord, tra Arezzo e Firenze, il Massiccio del Pratomagno.
Da sinistra i centri di: Ficulle, Fabro, Cetona, Sarteano, Chianciano, Montepulciano e in basso a destra, Chiusi. Al centro della valle si trova il confine tra Umbria e Toscana coincidente con la palude che per secoli ha separato i territori di Perugia e Siena e successivamente lo dello Stato della Chiesa e del Granducato di Toscana. Da qui è possibile osservare l’altopiano di Città della Pieve, dalle marcate caratteristiche morfologiche di un antico delta del Lago Tiberino.
Belvedere da via del Fango
“… Oh! Che stupenda terrazza! Si domina tutta la vallata…
Bisogna sentire un pievese esporvene minutamente le ricchezze: non ha forse ragione di trovarle meravigliose? …”
J.C. Broussolle, Pélerinages ombriens,
Études d’art et de voyage, Paris, 1896.
Veduta sulla Chiana Romana e sul Monte Cetona (mt.1148).
A Nord la vista spazia fino al Pratomagno (mt. 1592), tra Arezzo e Firenze.
A partire da sinistra si individuano Cetona, Sarteano, Chianciano e Montepulciano.
In basso a destra, Chiusi.
Belvedere da piazza Sandro Pertini
Lo sguardo avvista un paesaggio che dalla collina degrada dolcemente verso la Chiana Romana per poi risalire verso il Monte Cetona.
La collina, coltivata prevalentemente ad ulivi e frammentata da boschi, è tagliata dal fosso di San Salvatico.
“I monti appaiono tutti relegati all’ultimo orizzonte, ed hanno forme dolci e lente anch’essi, velate da un vaporoso azzurrino, che all’ora del tramonto prendono talvolta un colore celeste così limpido e puro da gareggiare con la striscia del Trasimeno, che allieta lo sfondo di un lato del paesaggio…
Solo un monte osa levar la testa da vicino, il Monte Cetona… ma ha tale lentezza di pendio, che pare voglia compensare la sua statura con la dolcezza delle forme, quasi vergognoso di mettere una nota discordante tra tanta armonia”.
(Fiorenzo Canuti, Nella Patria del Perugino, Città di Castello, 1926).
Belvedere da via Case Basse
Da sinistra si avvistano Cetona, Sarteano, Chianciano, e Montepulciano.
Di fronte il Monte Cetona (mt. 1148). In primo piano in basso si trova il dirupo di Sansalvatico volgarizzazione del termine latino sinus salvaticus (insenatura selvaggia), dove sono visibili sabbie e argille che fin dal Medioevo servivano a fabbricare il laterizio con il quale è costruita Città della Pieve.
Belvedere da via del Pero
“…e se vi rigirate un attimo, scorgete tutta Città della Pieve che stende ai vostri occhi rapiti la curva graziosa e tranquilla delle sue case… Davanti a certi paesaggi dell’Umbria non si può descrivere: bisogna accontentarsi di sognare……”.
J.C. Broussolle, Pélerinages ombriens,
Études d’art et de voyage, Paris, 1896.
“La tranquillità del luogo, i boschi magnifici sotto di esso, sono tutte cose di valore ben maggiore del lavoro del grande pittore che ivi nacque; dato che rimangono nella memoria come un pezzo dell’ultima bellezza abbandonata dell’Italia medioevale”.
Edward Hutton, The Cities of Umbria, London, 1904.
Belvedere da Torre del Vescovo
Delle numerose fortificazioni innalzate lungo le mura due-trecentesche, oltre alla Torre Verri, situata nei pressi di Porta Romana, rimane questa, detta del Vescovo in quanto nelle possidenze vescovili: confina infatti con gli orti del Palazzo Vescovile.
La costruzione si deve agli architetti senesi Ambrogio e Lorenzo Maitani, impegnati nel 1326 nell’edificazione della Rocca. Dal camminamento sulle mura adiacente alla torre si avvista il Lago Trasimeno, con in primo piano Castiglione del Lago e sulla sinistra Cortona. La veduta ci rimanda ai celebri paesaggi di Pietro Perugino, il quale si è ispirato alle visuali che da Città della Pieve vanno verso il Trasimeno e la Valdichiana come si può osservare nell’”Adorazione dei Magi” dell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi.
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